Tra le numerose cose che perdi in una relazione tossica, la più evidente (ma allo stesso tempo la più nascosta) è il controllo.
Sembra un paradosso ma non lo è.
Perdi il controllo di te stessa, del tuo tempo, del tuo denaro, di tutte le tue relazioni; perdi il controllo delle tue emozioni, dei tuoi pensieri, del tuo spazio e del tuo desiderio.
Come spesso ripeto, ci si accorge di queste perdite quando la storia termina del tutto, ahimè, non prima. O meglio, qualche accenno in testa ce l’hai ma la lucidità mentale per capire, vedere le cose come stanno davvero (la lucidità è una grande alleata nella vita), in quel momento è persa totalmente.
Il paradosso sta nel fatto che, invece, vieni convinta dal Narcisista che il controllo ce l’hai tu.
Come attore è davvero imbattibile.
Sapevo dell’esistenza dei Vampiri Emotivi, ma non ne avevo mai capito le dinamiche fino a che non ne ho incontrato uno (anzi, fino a che l’ultimo incontrato non mi svegliasse).
È stato vivere per tantissimi anni in uno stato di trance, di confusione totale, di tristezza, rabbia e delusione continua.
Non avevo più il controllo di niente, delle mie emozioni soprattutto, in quanto tutto ciò che provavo era avvelenato dalla rabbia e dal rancore.
Non ero più io ma ero diventata solo lo spettro di me stessa.
Non avevo più il controllo del mio denaro, delle mie relazioni, la mia famiglia era estranea, io ero un’estranea; ero arida, arcigna, sola, triste e vuota.
Disillusa.
Ma come è potuto succedere? In che modo avevo perso il controllo?
Il Narcisista mi aveva convinta che io fossi “sbagliata”. O meglio, per correttezza, io già lo credevo da sola, lui ha avuto però la funzione di cassa di risonanza: se io credevo di non essere totalmente a posto, diciamo in una percentuale del 50%, lui aveva alzato l’asticella all’80%.
Se io pensavo che mamma e papà in passato fossero stati cattivi con me (a torto o a ragione) in una percentuale del 25%, lui aveva alzato la posta al 90%.
E così via. Per le amicizie, il lavoro, gli studi, la gestione dei soldi, del tempo, degli spazi. Quando io pensavo di sbagliare lui mi dava ragione. E raddoppiava il mio senso di colpa, triplicava la rabbia che provavo nei confronti dei miei affetti. E di me stessa.
Un vero e proprio lavaggio del cervello dove invece di disinnescare certe dinamiche, come si fa in una relazione dove due persone si amano davvero, queste venivano amplificate.
Il giorno in cui la storia è finita, ho sentito come se mi avessero staccato una presa della corrente industriale (quei bocchettoni grandi, circolari) dal plesso solare, dalla bocca dello stomaco, per intenderci.
Non sono mai stata posseduta dal “demonio” che io sappia (per quanto possa essere veritiera o meno un’esperienza del genere) ma la sensazione di liberazione “dal male” che ho avuto nel momento dell’addio -a livello mentale e fisico- è stata così tangibile che, se dovessi fare un gioco di fantasia, la paragonerei proprio ad una sorta di “esorcismo”.
Nel giro di alcuni mesi dalla fine del gioco al massacro ho ripreso gran parte delle energie e della lucidità perse.
Questo mi ha dato la misura del pericolo in cui ero finita, di quanto la mia fiammella di energia vitale fosse ridotta al minimo, ecco perché non mi reggevo in piedi! La mia vita ultimamente si era ridotta a casa/lavoro- lavoro/casa e con enorme fatica mi alzavo dal letto.
Questo è ciò che succede se ti affidi alle “cure amorevoli” (quanta ironia!) del Vampiro Emotivo. Tutta la tua energia positiva viene risucchiata e trasformata in oscurità.
Nulla mi toglie dalla testa che questa sia stata (anche) un’esperienza mistica, spirituale.
Oggi, dopo così tanto tempo dalla liberazione mi sento energica, forte, lucida, viva come non mai!
L’incontro col Vampiro è stata una lezione di vita che non dimenticherò facilmente.
Riconoscerli per tempo studiandone le dinamiche malate, mi ripeto, è l’unico modo per salvarsi.
Salvarsi dalla follia, dalla solitudine, dalla bancarotta e per salvare (nel dubbio aggiungo anche questa) pure l’Anima.